Strage di stato: le prossime iniziative

Ricordare tutto, ricordare tutti. La memoria è un bene comune.

Di seguito la lista delle prossime iniziative e anche i link ai singoli eventi con aggiornamento delle adesioni.

28 novembre ore 21 @ viale Monza 255 – circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

Pietro Valpreda. Memoria, passione, poesia. Ricordare tutti!Pietro Valpreda. Memoria, passione, poesia. Ricordare tutti!

In occasione del cinquantesimo della strage di stato, vogliamo ricordare Pietro Valpreda, accusato ingiustamente di essere l’autore dell’attentato alla Banca dell’Agricoltura, in un modo speciale: presenteremo il primo dei suoi libri “Tre giorni a luglio. Tri di a lüi”, un romanzo noir uscito nel 1997 e che viene oggi ristampato per le edizioni “La vita felice”; avremo il piacere di ospitare Olmo Losca che ci farà ascoltare le sue poesie sociali e quelle composte da Pietro, ci saranno anche gli interventi di Mauro Decortes del Ponte nonchè animatore della campagna Valpreda e Saverio Ferrari dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre.
Ci sarà anche Pia Valpreda.
Qualcuno vorrebbe far dimenticare Valpreda o farlo diventare un personaggio secondario, aiutando così, magari inconsapevolmente, qualcun’altro a insinuare dubbi sulla sua estraneità alla strage.
Noi continueremo a difendere la memoria. La memoria è un bene comune.
E’ molto importante che questa iniziativa, come quelle del corteo del 12 dicembre alle 18 da Piazza Fontana e la serata del 15 dicembre al Leoncavallo, abbiano una buona partecipazione. Aiutateci a difendere la memoria!
P.S.
Ci sarà anche della musica ( a sorpresa ) e anche un’altra sorpresa…..
Vi aspettiamo alla Sala Pinelli del Ponte!!

Evento: link

8 dicembre @ viale Monza 255 – circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

Proiezione "12 pasolini"Proiezione “12 dicembre”

«Ci ho lavorato, l’ho montato io, ho scelto io le interviste ma non ho messo la regia, perché gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me», racconta Pasolini parlando del suo film.
Questa era l’atmosfera nel ’69, questo il livello repressivo messo in campo dallo stato per contrastare l’animo rivoluzionario che serpeggiava fra le persone. Questo è parte di quanto la rimozione di questi giorni, vuole cancellare dalla memoria e far passare alla storia come un brutto episodio dove i familiari piangono i loro cari (vittime o carnefici che siano) uniti insieme dal dolore.
Il film restituisce bruscamente il bianco e il nero di un tempo che sembra ora lontanissimo, come ciò che è finito, ha perduto, si è messo da parte: ed è stato rimosso. Un’inchiesta, un documentario che parla del lavoro e della società e che attraversa, con i suoi morti, i suoi problemi.
Nel DVD oltre al film ci sono extra video 50 minuti di filmati inediti in assoluto di cinema militante degli anni ’70 commentati con una selezione di Canzoni del proletariato di Lotta Continua. Inoltre nel cofanetto c’è una nuova edizione aggiornata del libro “Il malore attivo dell’anarchico Pinelli”, a cura di Adriano Sofri. Con scritti, tra gli altri, di: Licia Pinelli, Goffredo Fofi e Mauro Decortes del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa.

Proiezione con intervento di Mauro Decortes

Evento: link

12 dicembre ore 11 @ via Bergamini angolo via Larga

Saverio SaltarelliSostituzione Lapide Saverio Saltarelli

Il 12 dicembre sostituiremo la lapide di Saverio Saltarelli ucciso durante gli scontri in occasione del primo anniversario della Strage di Stato in accordo con i familiari e i suoi compagni di lotta, La lapide rispetterà la sua identità di comunista internazionalista.

Evento: link

12 dicembre ore 18 @ Piazza Fontana

corteo 12 dicembre 2019Corteo partigiano a 50 anni dalla strage di Stato.

Dalle ore 18:00 musica dal vivo, filmati e sorprese. A seguire corteo.

In vista della manifestazione per la strage di stato il riferimento alla memoria storica e alla sua difesa compare sempre.
Sarebbe però meglio chiarire di quale memoria stiamo parlando.
La memoria dei fatti? La memoria che racconta che lo stato democratico ha ammazzato Pinelli? La memoria di parte, della parte delle vittime?
O un’altra memoria? Quella che sembra emergere dai comunicati/appelli letti finora parla di uno stato bifronte: una faccia che organizza e partecipa alla costruzione della strategia della tensione, individua in alcuni anarchici capri espiatori dei loro crimini, commissiona stragi, omicidi… che perpetua nel presente la sua natura oppressiva: lo stato di Genova 2001, della TAV, di EXPO, dei CPR, dei decreti sicurezza, degli omicidi sul lavoro, degli emarginati fuori dalla logica del mercato e/o dal mercato sfruttati, del DASPO che pure a Milano si applica tra il compiacimento di alcuni e qualche mal di pancia di altri, la Milano la cui amministrazione erode lo spazio a verde (piazza d’armi) per cementificare (salvo poi scattare qualche selfie greenwasher), l’amministrazione che regala quartieri alla speculazione edilizia, che aumenta i biglietti ATM aumentando così il divario fra poveri e ricchi, l’amministrazione che fa della città un terreno da svendere ai grandi eventi come le olimpiadi e che spinge fuori da ogni quartiere i precari, i migranti ed ogni persona che non rende appetibile e “bello” il territorio. La famosa “riqualificazione”.
E l’altra faccia che va assolta, ingenua, ignara che si rifà ai principi della carta costituzionale e che per oltre 20 anni non individua responsabili se non quelli indicati dall’altro se stesso e non è mai capace di condannare i reali colpevoli ( individuati fuori tempo massimo ) e tanto meno se stesso?
Uno stato bifronte a cui si chiede giustizia?
Con chi dovremmo condividere la memoria?
Questa domanda se la dovrebbe porre chiunque. Anche e soprattutto chi afferma di riconoscersi nei valori della costituzione repubblicana dovrebbe domandarsi quale sia il reale volto dello stato.
A nostro parere, indipendentemente dalla propria opinione politica, è importante prendere le distanze da qualunque iniziativa di ammorbante pacificazione all’equiparazione tra vittime e carnefici, così come è importante esprimere contrarietà anche solo ad ogni ipotesi di abbraccio o stretta di mano con rappresentanti di quello stato che fa sistematicamente morire persone nei mari, nei deserti, nei territori liberati e resistenti, ma anche nei luoghi di lavoro, nelle carceri e sui marciapiedi delle città, gettando così la maschera del suo formalismo giuridico e disvelando infine la sua sostanziale ed effettiva disumanità.
Solo così la memoria sarà difesa e preservata e solo così si potrà dare un contributo alla costruzione di un futuro migliore che potrà arrivare solo da una ripresa del conflitto sociale che con la strategia della tensione lo stato ha voluto affossare.
E per concludere un’ultima considerazione sulla memoria: la lapide a Pinelli (quella di parla di Pinelli morto e non ucciso) fatta apporre dal comune diversi anni fa accanto a quella autentica, è ancora lì a testimoniare l’ambiguità e da doppiezza del potere. A 50 anni da Piazza Fontana ne sarebbe auspicabile la rimozione.

Evento: link

15 dicembre ore 21 @ Leoncavallo

15 dicembre pinelli assassinato valpreda innocente la strage è di statoPinelli assassinato Valpreda innocente la strage è di stato

…E AD UN TRATTO PINELLI CASCÒ

DIAMO UN FUTURO ALLA MEMORIA
Nel cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, dell’assassinio di Pinelli, dell’incarcerazione degli innocenti Valpreda, Roberto Gargamelli, Borghese, Mander, Bagnoli e costretto all’esilio Enrico Di Cola, incontriamoci per dare ancora un futuro alla memoria, per ricominciare a tessere quei legami e quelle relazioni che rendono possibile la lotta per una vita migliore. Perchè, non dimentichiamolo, la strage è servita a bloccare chi voleva una profonda trasformazione sociale e politica. È per questo che è necessario rifiutare ogni condivisione della memoria tra vittime e carnefici. Tra chi lottò per la vita e chi insanguinò, e continua ad insanguinare, questo paese.

Interventi poetici di Olmo Losca

Interventi musicali di

Intervento teatrale di Ascanio Celestini

e poi interventi di

Verrà inoltre proiettata una parte di “12/12 – Piazza Fontana” un documentario Matteo Bennati e Maurizio Scarcella

Per la buona riuscita dell’evento vi chiediamo di darci una mano: condividetelo e invitate gli amici, fate girare la voce!!
L’evento è in continua evoluzione altri contribuiti si aggiungeranno sicuramente, rimanete in contatto!

Evento: link

[corteo 12 dicembre – strage di stato] Ricordare le stragi di ieri, fermare le guerre di oggi

corteo 12-12-2015

Sabato 12 dicembre 15:30 Porta Venezia
Corteo cittadino antifascista e antirazzista
Ricordare le stragi di ieri, fermare le guerre di oggi

Il 12 dicembre 1969, una bomba scoppiava in Piazza Fontana. Una bomba, che facendo 17 morti e decine di feriti unita alla morte dell’Anarchico Giuseppe Pinelli assassinato tre giorni dopo nella questura di milano, inaugurava la “Strategia della Tensione”, ovvero la costruzione sistematica di paura volta a criminalizzare i movimenti sociali e le richieste di diritti e libertà che in quegli anni riempivano le strade.

Oggi, 46 anni dopo, vediamo come, in italia e in altre parti del mondo, la strategia della paura, della criminalizzazione verso chi pretende diritti per un futuro e una vita migliore, non sia cambiata: dalle piazze xenofobe di salvini & co, ai muri di orban, alle sparizioni forzate in messico, alle stragi ad ankara, suruç e dyarbarkir.
Come 46 anni fa, i poteri politici, economici e militari hanno tutto l’interesse a bloccare ogni spinta e autorganizzazione dal basso che metta ulteriormente in crisi un modello economico globale basato sulle speculazioni, l’espropriazione di terre e diritti, lo sfruttamento di miliardi di persone e territori in tutto il mondo. Oggi come ieri, ciò che vediamo attuarsi non è altro che uno status quo che cerca di rimanere inalterato: alle destabilizzazione di intere aree del pianeta fatta dalla speculazione economica e dai bombardamenti della guerra di turno, si risponde con nuove guerre e vendite di armamenti; alle lotte dei contadini e delle popolazioni locali per l’autodeterminazione dei territori si risponde con il landgrabbing, l’espropriazione di terre, le coltivazioni terminator, lo sfruttamento; a quante e quanti si spostano dalle loro terre alla ricerca di un futuro più degno, rivendicando un diritto alla mobilità che sia di tutte/i a prescindere dal passaporto, si risponde con muri, eserciti alle frontiere e respingimenti… quando non direttamente con il bombardamento dei barconi.

Oggi la tensione e la paura sono esportate a livello globale per coprire la crisi economica che il neoliberismo stesso ha creato e per cui adesso cerca nuovi capri espiatori: diventano così il nemico da additare i Kurdi in turchia che combattono contro una discriminazione decennale e la repressione del governo erdogan, i Palestinesi adesso colpevoli addirittura (in una totale riscrittura della storia) di aver istigato la Soluzione Finale di hitler e l’Olocausto, mentre nelle strade della “democratica” europa continua la caccia al migrante, all’uomo nero accusato di “rubare la casa e il lavoro”, alimentando così la guerra tra poveri.

Ancora, a 46 anni di distanza, vediamo come anche gli attori non siano poi molto cambiati: nel 1969 i fascisti armati da cia e servizi segreti con la complicità della democrazia cristiana, oggi sempre i fascisti che siano di casapound o della lega di salvini in italia, del front national della le pen in francia, di alba dorata in grecia, quando non sono direttamente coinvolti nel governo come in ungheria, polonia, austria…

Lo stesso vale anche per il Medio Oriente e il Nord Africa, dove i servizi segreti di mezza nato e le petromonarchie del golfo loro alleate hanno finanziato organizzazioni come daesh e al-nusra per anni, armandoli, addestrandoli e utilizzandoli per i propri fini, salvo poi dover fare i conti con le mostruosità prodotte, come ha ricordato la strage di parigi.

L’europa bombarda in Africa e Medio Oriente da decenni e oggi si arma per difendere le proprie frontiere dai migranti che essa stessa ha contribuito a creare. Pur di fermare con ogni mezzo chi scappa da guerra e miseria, l’europa cerca l’accordo con governi come quello di erdogan, che daesh non l’ha mai combattuto, ma in cambio bombarda i Kurdi che lottano contro daesh.

Ricordare la Strage di Piazza Fontana, oggi come ieri, non è un semplice esercizio di memoria. È una scelta partigiana, di rifiuto della paura e della guerra tra poveri che ci vengono proposte, e di lotta per i diritti, per un futuro degno, libero e sostenibile per tutte e tutti.

Rifiutiamo la retorica del mostro sbattuto in prima pagina: ricordiamo bene gli Anarchici Valpreda e Giuseppe Pinelli, il primo rimasto in galera innocente per anni, il secondo assassinato nei locali della questura di milano la notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969.
Ricordiamo anche Saverio Saltarelli ucciso un anno dopo mentre manifestava per affermare che Piazza Fontana fu una strage di stato e che Pinelli era stato assassinato.

Scegliamo di essere ancora oggi nelle strade e nei quartieri della nostra città, tessendo reti solidali, antirazziste ed antifasciste; scegliamo di essere complici con quante e quanti in ogni angolo del globo resistono alla paura, alle speculazioni, alle dittature, alle guerre, proponendo pratiche di organizzazione dal basso, pratiche che rifiutano ogni confine, sia esso fisico o mentale.

Evento Facebook

aggiungi all'agendaaggiungi all’agenda

aggiungi all'agenda dal tuo smartphoneaggiungi all’agenda dal tuo smartphone con qrcode reader

VALPREDA INNOCENTE – PINELLI ASSASSINATO

MAY DAY: domani il Ponte sfila contro le $$

Pinelli inaugurazione circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, primo maggio 1968

In questa foto Pinelli inaugura il circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, era  il primo maggio 1968.

Sono 47 anni che ci battiamo contro lo sfruttamento dell’uomo sull’essere vivente. Per 47 anni ci siamo opposti al lavoro, che quando non è realizzazione dell’individuo è sfruttamento. Contestavamo anche quando il potere soccombeva alle richieste sociali e sindacali elemosinando un minimo di garanzie e diritti.

Sono decenni che il potere ci rapina di quei già miseri diritti ed oggi con Jobs Act ed Expo lo sfruttamento è stato superato legalizzando di fatto lo schiavismo, altrimenti detto lavoro gratuito.

Come tutti gli anni, domani sfiliamo alla may day, contro $chiavismo e $fruttamento e rivendichiamo il nostro diritto ad una vita felice libera dalla cappa capitalista che ci sta soffocando.

Ci vediamo in piazza.