“MONDO DEL LAVORO ASSOCIATO ED EMBRIONI DI EDUCAZIONE PER ANDARE OLTRE IL CAPITALE”

 

Vi invitiamo alla presentazione del libro di
Henrique Tahan Novaes “MONDO DEL LAVORO ASSOCIATO ED EMBRIONI DI EDUCAZIONE PER ANDARE OLTRE IL CAPITALE”
Giovedì 14 marzo 2024 ore 18 Viale Monza 255 con Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa e Punto Rosso
Discutono con l’autore Roberto Mapelli e Fabrizio Eva

Tra le tante sfide della lotta per il superamento del sistema del capitale, c’è un imperativo improrogabile per la classe operaia: l’urgenza di reinventare un nuovo stile di vita. E per questo, l’auto-organizzazione del lavoro è un punto di partenza decisivo. Questo perché, dopo l’esperimento originale, embrionale ed eccezionale della Comune di Parigi, le esperienze successive che si sono sviluppate a partire dalla Rivoluzione russa non sono riuscite ad andare verso l’effettiva realizzazione di un lavoro autonomo, autodeterminato e associato. Al contrario, ciò a cui abbiamo assistito nel corso del XX secolo (soprattutto con le tragedie del cosiddetto socialismo reale) è stato il mantenimento di strutture gerarchiche di comando e controllo sul lavoro che, a poco a poco, hanno soffocato tutti i tentativi di andare verso una formazione sociale strutturata sulla base della libera associazione dei lavoratori, per ricordare Marx. È proprio questo il fulcro della riflessione del libro di Henrique Tahan Novaes. Frutto di una ricerca personale e di un’elaborazione collettiva, le sue preoccupazioni sono varie e rilevanti e possono essere riassunte così. Come concepire il lavoro, nel suo pendolo dialettico che oscilla tra attività vitale e lavoro alienato? Quali sono stati i contributi dei consigli operai, dei comitati di fabbrica e delle cooperative nella storia delle lotte operaie dall’inizio della rivoluzione industriale? Quali sono stati i principali progressi e limiti delle pratiche che hanno privilegiato l’autogestione? Sulla base dello studio delle varie esperienze realizzate dalle fabbriche occupate o recuperate (nome utilizzato dal movimento operaio in Brasile e Argentina), quali progressi sono stati fatti in termini di autogestione? Cosa le ha fatte fiorire, progredire e anche retrocedere? È stato possibile esercitare forme efficaci di lavoro associato? Quali sono i contributi che i movimenti sociali del Sud globale possono apportare da alcune delle loro esperienze, in particolare dalle azioni portate avanti per quattro decenni dal Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST) in Brasile? A fronte di queste numerose esperienze, quali embrioni di (auto)educazione sono riusciti a fiorire? Quali stanno mostrando vitalità e forza? (Dalla Prefazione di Ricardo Antunes)

La rivoluzione della cura. Incontro con Marco Bersani

Vi invitiamo alla presentazione del libro di Marco Bersani “La rivoluzione della cura” ( edizioni Alegre ).

12 marzo 2024 alle 21
Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa Viale Monza 255 Milano Metro rossa Precotto

Come in un tempo sospeso, in questi ultimi quindici anni siamo passati da una crisi finanziaria a una crisi climatica, da una pandemia a una guerra, senza soluzione di continuità. Ciascuna di queste crisi viene raccontata come priva di contesto, come episodio a sé stante, senza antecedenti né causalità. Sembra di vivere dentro un eterno presente fatto di emergenze a cui rispondere, con l’angosciante sensazione che quella attuale non sarà l’ultima e che sembra essersi innescato un circolo vizioso, senza via d’uscita.
È giunto il momento di guardare la luna oltre il dito e ricostruire una chiave di lettura delle crisi multiple del capitalismo: se lette come insieme concatenato rivelano che la sua ferocia è dovuta alla propria intrinseca debolezza. Occorre superare il modello antropologico di riferimento dell’individuo razionale e autonomo sul quale si sono basate le riflessioni sulla società del contrattualismo di Locke, Hobbes e Rousseau per approdare a un nuovo modello che, partendo dalla relazionalità della cura, faccia emergere le diversità e un nuovo assetto della democrazia basato sull’inclusione.
Dopo decenni di indiscutibile ideologia del profitto, il paradigma della cura può diventare l’elemento di convergenza di tutte le culture ed esperienze altre: perché rappresenta ciò di cui c’è assoluto bisogno in un momento storico in cui è a rischio l’esistenza della vita umana sulla Terra e perché intorno a quel paradigma è possibile costruire una diversa società, che sia ecosocialista e femminista invece che capitalista e patriarcale; equa, inclusiva e solidale invece che predatoria, escludente e disuguale.

Il capitalismo produce incuria. Affidando le leve della società alle logiche del mercato e prevedendo relazioni unicamente intermediate dalla compravendita di beni e servizi costringe l’esistenza delle persone dentro la dimensione della solitudine competitiva. Il capitalismo produce noncuranza. Se la vita delle persone è ridotta a un’angosciosa gara per primeggiare, o quantomeno per evitare di soccombere, il destino dell’altra e dell’altro non muove alcuna empatia e l’io diviene il centro del mondo.