I nostri respingimenti

Il Ponte è un manufatto che unisce,
esseri umani.

I nostri respingimenti

Assonanze.
Tritone. Stritolamento.
Lamento.
Massimo risparmio, la molla.
Massimo profitto, il fine.
In fondo, la stessa medaglia.
Nel fondo, le stesse vite.
Ancora uomini, donne, bambini,
Battiti ed occhi – irripetibili –
non fisseranno più: né cielo né stelle.
Inghiottiti.
Con un grumo di sogni.
Respinti.
Da questa “civiltà” imperiale.
Modello globale.
Eco di giochi catodici.
Matrice di cuori e cervelli
a forma di banconote
e manganelli.
Noi respingiamo te, turrita BCE.
Vetrocemento neoliberista.
Noi respingiamo i tuoi salvataggi di banche.
E respingiamo le tue spalle
girate alla mano del l’uomo.
Tesa. Al sogno di sopravvivere, e forse, di vivere.
Noi respingiamo te, governo italiano.
Faccia tollosa.
Volenteroso bombardiere di scialuppe.
Piazzista stelle-e-strisce.
E “faremo del nostro peggio” (dicevano ironici i padri…)
perché un piccolo schizzo, nero,
volando da queste quattro righe, sberleffi
la tua camicia della festa.
Linda. Ualà!
Sorridi. Like as usual.
Fa’ conto che sia solo una goccia di petrolio,
soltanto una goccia di quella nafta
in cui galleggiava
– riverso – il volto di un bimbo.
Genia sulla cui pelle son bombe
le sole azioni che annunci.
Perché disperazione non possa tentare di nuovo.
E l’ancestrale diritto d’asilo, affogare.
Sondaggi in vista.
In droni you trust.

Sixto Geordie –
resistente, umano, di passaggio

[antifascismo] Tutti sotto al ponte – concerto benefit a sostegno degli arrestati per i fatti dello scorso ottobre a bari

Tutti sotto al ponte - concerto benefit a sostegno degli arrestati per i fatti dello scorso ottobre a bari
Nelle prime ore di venerdì 3 aprile sono stati messi agli arresti domiciliari 3 antifascisti pugliesi con l’accusa di aver partecipato all’aggressione avvenuta presso la sede di forza nuova di Bari, la notte tra il 18 ed il 19 ottobre scorso.
Ai tre antifascisti sono contestati i reati di lesioni personali aggravate e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. ll Tribunale di Bari ha inoltre disposto per i ragazzi il divieto assoluto di comunicare con l’esterno, segno di una volontà nell’infliggere una punizione esemplare.

Venerdì 24 aprile, a sostegno dei ragazzi, si esibiranno al circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa:

Alla repressione rispondiamo:
RINO, VINCENZO, FABIO LIBERI SUBITO!!!
LIBERTÀ AGLI ANTIFASCISTI.

Evento Facebook

di seguito il comunicato del collettivo della Ex-caserma Liberata di Bari:

Fabio, Rino e Vincenzo liberi subito

Dall’inizio degli anni duemila i fascisti di questa città si sono resi responsabili di decine di aggressioni, se non di veri e propri attentati. Basti pensare alla bomba carta esplosa contro l’occupazione dell’Ex-Socrate, all’aggressione nel 2003 ai danni di alcuni militanti della RAF per la quale sono stati condannati noti fascisti, sino agli episodi del 2010 e 2011 per i quali, nonostante testimoni e telecamere, non sono state mai svolte indagini, né mai individuati gli aggressori.

I fascisti di questa città si sono resi responsabili di numerose aggressioni nei confronti di attivisti dell’Ex-Caserma Liberata e semplici frequentatori dello spazio occupato. I fascisti questa città professano l’odio razziale e religioso con i loro banchetti per le vie del centro cittadino, sono liberi di manifestare le loro idee xenofobe e omofobiche per strada e davanti alle scuole, di manifestare con celtiche e svastiche nel silenzio assenso di partiti e con la evidente copertura dei rappresentanti dello stato appartenenti alle forze dell’ordine. L’unico vero reato che ci si para davanti agli occhi è l’apologia di fascismo. L’unica soluzione per porre fine a questo genere di episodi è chiudere le sedi dei fascisti.

Dall’inizio dell’occupazione dell’Ex-caserma rossani e con la nascita dell’Ex-caserma Liberata, il collettivo d’occupazione è stato fatto oggetto di accuse ed attacchi politici pretestuosi e privi di fondamento, il cui unico scopo era mettere in cattiva luce la nostra esperienza di autogestione, che dal basso esercita opposizione sociale e critica politica in una città come Bari, povera non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale e culturale. Con il procedere del nostro impegno nelle iniziative politiche e sociali, in parallelo si sono tessute trame che ci hanno visto di volta in volta associati a qualsiasi evento potenzialmente pericoloso accaduto in città. Dal mese di Ottobre dell’anno scorso stiamo portando avanti un percorso condiviso con l’amministrazione Decaro per continuare a svolgere le attività all’interno della rossani attraverso un comodato d’uso temporaneo. Da quel momento sono iniziati gli strumentali attacchi politici da parte delle destre cittadine, che per biechi motivi elettorali si sono resi sciacalli se non veri e propri complici delle provocazioni fasciste che si sono ripetute nei mesi .

Respingiamo al mittente le richieste di sgombero arrivate da partiti fascisti e xenofobi come forza nuova, fratelli d’italia, alleanza nazionale e forza italia, e ci chiediamo perché non sciolgano i loro stessi partiti, dato che traboccano di indagati e condannati.

Riguardo ciò che hanno scritto i giornali in queste ore non sapremmo da dove cominciare per correggere le inesattezze e l’approssimazione con cui scrivono e danno in pasto le vite di tre ragazzi incensurati all’opinione pubblica, descrivendoli come dei criminali. Siamo vicini ai compagni agli arresti domiciliari e alle loro famiglie e restiamo in attesa che gli avvocati abbiano tra le mani la documentazione che dimostri di cosa sono accusati e quali siano le presunte prove a loro carico.

Fabio, Rino e Vincenzo liberi subito

Si parte e si torna tutti insieme

Collettivo Ex-caserma Liberata

Arbeit macht frei: il lavoro, lo schiavismo socialmente accettato. Con Renato Curcio.

Arbeit macht frei: il lavoro, lo schiavismo socialmente accettato. Con Renato Curcio.

Da quando la comunicazione è diventata politica, stuoli di comunicatori si impegnano a riscrivere la realtà con neologismi che evocano un immaginario edulcorato, ma che celano una realtà ben diversa.
Con la stessa operazione, per decenni ci hanno costruito attorno il culto dell’homo faber ed elevato il lavoro a una sorta di rituale salvifico. L’esaltazione del lavoro in sé, nasconde agli occhi di tutti il fatto che dover lavorare per vivere è un’attività da schiavi e non da uomini liberi. Al tempio dell’homo faber tutti veniamo sacrificati al dio della produzione e il lavoro ed il suo prodotto diventano l’unico senso dell’esistenza.

Il jobs act, il fascismo che non ti aspetti, è solo l’ultimo atto che ha sancito la fine dello statuto dei lavoratori, frutto di anni di lotte, e legalizzato lo sfruttamento.
Diciamocelo una volta per tutte: da tempo il lavoro è lo schiavismo socialmente accettato. Lo sfruttamento dell’essere vivente è ovunque e ognuno di noi lo perpetua con piccoli gesti quotidiani, per quanto ci si sforzi di fare il contrario.

Con Renato Curcio, domenica 19 aprile alle 18:00, al circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, parleremo di lavoro come sfruttamento. Ci chiederemo se siamo giunti a un momento della storia in cui l’ordine sociale è saldamente fondato sulla schiavitù; se la nostra felicità è conciliabile con questo sistema di sfruttamento; se davvero abbiamo bisogno dello sfruttamento-lavoro per vivere o meglio sopravvivere.

Evento Facebook


Resoconto video della serata