Ci vediamo alla noExpo Pride

NoExpo Pride 20 giugno

Il circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa aderisce al corteo NoExpo Pride.

Per un Pride fuori dalle logiche di mercato e istituzionali, per la piena libertà dell’individuo, per la felicità, per ribadire l’opposizione al modello di Expo e del TTIP, ci vediamo sabato 20 giugno in piazza Duca d’Aosta (stazione centrale) alle 15.30

Al concentramento verrà portata solidarietà fattiva ai migranti in stazione centrale.

NoExpo Pride

STOP TTIP: incontro dibattito con Marco Bersani

STOP TTIP: incontro dibattito con Marco Bersani
“La società energetica svedese Vattenfall sta facendo causa al governo tedesco per 3.700 milioni di Euro per via della decisione presa dal Paese di eliminare gradualmente l’energia nucleare a seguito del disastro nucleare di Fukushima. Vattenfall aveva già vinto un ricorso precedente contro le normative ambientali della città di Amburgo: queste furono rese meno restrittive a seguito degli attacchi della compagnia.
… il Canada “è stato costretto a revocare il divieto sull’additivo per carburanti MMT a seguito di un ricorso presentato dalla compagnia statunitense Ethyl. In un secondo caso, relativo ai diritti sull’acqua e il legname, il Canada ha dovuto pagare 122 milioni di dollari alla società cartiera canadese AbitibiBowater che si è servita del regolamento NAFTA per citare in giudizio il suo stesso governo, tirando però le fila dal suo ufficio negli Stati Uniti.
Il gigante americano del tabacco Philip Morris sta facendo causa per migliaia di miliardi di dollari al governo australiano per via della sua politica di sanità pubblica che impone la vendita di sigarette solo in pacchetti senza scritte. La Philip Morris ha citato in giudizio anche l’Uruguay a causa delle misure da questo adottate nella lotta contro il fumo. Queste impongono che le avvertenze per la salute coprano l’80% di tutti gli imballaggi per sigarette.
Nessun paese è stato maggiormente colpito dell’Argentina…, molti dei quali legati alla decisione del governo di sganciare nel 2002 la moneta nazionale dal dollaro americano. Dopo tanti anni di battaglie legali il governo argentino è stato costretto a pagare nell’ottobre 2013 oltre 500 milioni di dollari per liquidare i risarcimenti chiesti da cinque compagnie.
Nel più grande risarcimento avutosi finora, l’Ecuador è stato costretto a rimborsare all’Occidental Petroleum 1.77 miliardi di dollari per aver revocato il contratto con il gigante petrolifero. La revoca era giunta a seguito delle trasgressioni della legge ecuadoriana da parte della compagnia. Per contro, un tribunale indipendente ha rifiutato la richiesta di risarcimento danni per 19 miliardi di dollari, presentata dall’Ecuador contro la Chevron per aver contaminato la foresta vergine amazzonica per ben vent’anni.”
Tutto questo è possibile grazie all’ISDS (Investor-State Dispute Settlement) cioè un arbitrato “indipendente”, normalmente affidato a studi legali internazionali, al quale le multinazionali o gli stati possono rivolgersi per tutelare i propri interessi. Nella realtà questi arbitrati difficilmete sono indipendenti perchè gli studi legali a cui sono affidati sono spesso già consulenti legali di queste società transnazionali, si trovano cioè ad essere giudici e contemporaneamete una delle parti in giudizio.
“L’uso della ISDS da parte delle società transnazionali sta raggiungendo proporzioni epidemiche. Oltre 500 casi noti sono stati registrati contro almeno 95 paesi, di cui oltre 400 solo negli ultimi dieci anni.”
L’ISDS è fondamento del TTIP senza il quale le multinazionali non avrebbero potere contro gli stati inadempienti.
Appuntamento per il

16 giugno alle 21:00
al circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa
con Marco Bersani

uno dei più noti attivisti italiani che si battono contro l’approvazione del TTIP. Un accordo che potrebbe portare alla cancellazione degli ormai minimi diritti dei lavoratori, delle tutele in campo alimentare, privacy, ecc. e che aumenterebbe lo strapotere delle multinazionali.

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Expo 2015: noi sappiamo e non ci stiamo!

noExpo
Noi sappiamo perché i politici lombardi e nazionali hanno concepito Expo 2015.
Noi sappiamo il movente che li ha mossi e che costituisce la causa del loro speculativo progetto; non a caso Expo è una S.p.a. il cui scopo è il massimo profitto.
Noi sappiamo quanta devastazione ambientale Expo 2015 ha arrecato al verde lombardo e al tessuto agricolo del territorio: 1.700.000 mq di superficie per gli stand, 2.100.000 mq di superficie per strutture di servizio e supporto sull’area ex Alfa Romeo di Arese.
Noi sappiamo quanto maggiore ancora tale scempio sarebbe stato se i movimenti spontaneamente costituitisi non si fossero opposti alla realizzazione di opere ulteriori scriteriate e distruttive.
Noi sappiamo quali politici e quali società – anche cooperative, frutto abusivo ed avvelenato di un’antica e nobile tradizione alternativa e solidaristica – da Expo 2015 hanno tratto ingenti profitti.
Noi sappiamo che Expo 2015 è una manifestazione oggettivamente inutile in un’epoca in cui tutti possono vedere – nel lampo di un clic – oggetti e luoghi dall’altro lato del globo.
Noi sappiamo la speculazione si abbatterà sul territorio una volta terminato Expo 2015.
Noi sappiamo che Expo 2015 rappresenta un retorico ricatto perché con la scusa di salvaguardare un malsano “orgoglio nazionale” si vuole anestetizzare la coscienza critica dei cittadini perché nessuno s’indigni a fronte dello sperpero di ingenti risorse pubbliche e della corruzione sottesa a tale flusso di denaro.
Noi sappiamo che a causa di Expo 2015 soldi pubblici sono stati sottratti a spese sociali di primaria necessità e rilevanza.
Noi sappiamo che Expo 2015 costituisce un precedente pericoloso ed un allarmante esperimento di ingegneria sociale perché – per la prima volta – giovani disoccupati verranno utilizzati come cavie per un lavoro gratuito contrabbandato come “opportunità” di volontariato e così dagli stessi accettato per disperata illusione di un fantomatico “ritorno” curriculare.
Noi sappiamo che – a causa di questo – Expo 2015 costituirà un esperimento di macelleria sociale ripetibile in un prossimo futuro.
Noi sappiamo che Expo 2015 è una ignobile vetrina in cui un tema drammatico come quello della “Fame nel Mondo” viene spudoratamente sfruttato al fine di precostituirsi un alibi morale proprio da quei soggetti economici che di tale tragedia sono la causa principale.
Noi sappiamo che su questo punto l’ipocrisia di Expo 2015 raggiungerà livelli intollerabili anche alla luce del fatto che dietro allo slogan “Nutrire il pianeta” si nascondono proprio le stesse multinazionali che da decenni il pianeta lo sfruttano, lo affamano o lo nutrono di cibo di dubbio valore nutritivo e di sicura insostenibilità ambientale.
Noi sappiamo che Expo 2015 è l’occasione attesa dalle Corporations per sferrare un ulteriore attacco ai beni comuni ai diritti ed alla salute dei cittadini (la stampa ha riportato il caso di Uber – presente in Expo 2015 – che ha svolto opera di sostanziale crumiraggio proponendo corse gratuite in occasione dello sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale contro contro il Jobs Act da parte dei sindacati dei trasporti locali; poi c’è ManPower – che proprio dal Jobs Act trarrà ingenti profitti (fonte: Il Sole 24 ore) – società che gestisce il lavoro gratuito entro Expo 2015; poi ancora sempre le grandi Corporations – che puntano, a breve, e grazie al trattato neoliberista TTIP in fase di negoziazione – ad invadere l’Europa con OGM; e per chiudere non mancano neppure le onnipresenti società alimentari italiane – vecchie e nuove – che sfruttano anch’esse la precarietà lavorativa dei giovani come regola del proprio sistema “vincente”.
Noi sappiamo che Expo 2015 sfornerà un documento (la c.d. “Carta di Milano”) totalmente inutile, privo di rilevanza e grondante di retorica, buono solo ad imbonire le coscienze degli sprovveduti; e questo quando – a ben vedere – presso le Nazioni Unite già esistono organismi istituzionalmente deputati ad occuparsi del tema/slogan di Expo 2015.
Noi sappiamo che Expo 2015 sarà l’occasione tanto attesa dalla classe politica italiana – ed in primis dal capo del governo, soggetto che più di tutti ha devastato i diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori, lo stato sociale, l’ambiente (v. il decreto trivella selvaggia), ha dissipato pubbliche risorse in missioni militari, nei caccia-bombardieri F 35 progettati per il first strike nucleare, in dannose ed inutili opere (come il TAV Torino-Lione) per lucrare consenso mediatico passeggiando lungo una passerella che i media italiani – addomesticati da milionarie elargizioni ricevute gratuitamente proprio da Expo 2015 – saranno solerti nello stendere con propagandistica genuflessione, degna del ventennio più nero (da intendersi come tale non solo quello berlusconiano, ma pure quello totalitario dell'”uomo solo al comando”).

Noi sappiamo cosa EXPO 2015 è in realtà.
E per questo diciamo – forte e chiaro – il nostro NO!

Il prossimo primo maggio il circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa alle 14:00 sarà in piazza XXIV maggio a Milano per la MayDay – No Expo per ribadire:

NO all’assurdità concettuale di EXPO 2015
NO alla speculazione – movente di EXPO 2015
NO alla cementificazione – effetto di EXPO 2015
NO allo sfruttamento – strumento di EXPO 2015
NO all’ipocrisia – tattica di EXPO 2015
NO all’autoritarismo – modus operandi elettivo di EXPO 2015
NO EXPO.

Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti

(F. De André)

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