Intervento di Mauro Decortes del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa alla fine del corteo del 12 dicembre 2015

intervento di Mauro De Cortes (circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa) @ corteo 12-12-2015

Sulla questione della collocazione dell’opera di ‪Baj‬ “I funerali dell’anarchico ‪‎Pinelli‬” abbiamo mandato una lettera aperta al sindaco di ‪Milano‬ ‪‎Pisapia‬

"I funerali dell'Anarchico Pinelli" di Enrico BajLettera aperta al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

Cancellare la verità.

Nel 1986 ci aveva provato Pillitteri, sindaco di Milano, dichiarando di voler rimuovere la lapide dedicata dalla cittadinanza a Giuseppe Pinelli in Piazza Fontana.
Ma bastò quella sola dichiarazione a scatenare proteste e manifestazioni di piazza e così il sindaco fece un passo indietro.
Ritentò nel 2006 De Corato. Lui non fece dichiarazioni: la lapide venne trafugata e al suo posto, con la firma del comune, fece la sua comparsa una lapide taroccata nella quale Pinelli non era più “UCCISO INNOCENTE”, ma semplicemente “MORTO”.
Una dettaglio da nulla….
Ma anche stavolta la reazione non si fece attendere, milanesi volenterosi portarono in Piazza Fontana una lapide uguale a quella sottratta. Da quel giorno in Piazza Fontana convivono due lapidi: una, a cui non manca mai un fiore, a testimonianza che la verità storica sulla strage di stato non è dimenticata e un’altra, quella del comune, sempre disadorna, a testimonianza della stupidità e dell’arroganza del Potere.
Nel 2012 ci era sembrato di vedere qualche segno di cambiamento, ma durò poco.
Il comune aveva sì organizzato l’esposizione (temporanea) dell’opera di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli”, ma la scena era ben diversa da quella prevista dall’autore. La finestra dalla quale Pinelli precipita era furbescamente collocata molto distante dalla sagoma raffigurante il ferroviere anarchico, anche qui un dettaglio da nulla….
Terminata l’esposizione l’opera di Baj è tornata in cantina, ma non è quello il suo posto.
Quell’opera è parte fondamentale della memoria e della storia di questa città e come tale appartiene a tutti.
La galleria che la detiene è disposta a donarla alla città affinchè possa essere esposta permanentemente in uno spazio adeguato.
Benchè sollecitato più volte, anche con raccolte di firme, il comune non ha mai dato una risposta. Solo silenzio dal comune.
La invitiamo a prendere posizione e a sbloccare questa situazione, non per fare un piacere a noi che non le stiamo chiedendo nulla, ma per un atto di giustizia nei confronti della città: ce n’è bisogno soprattutto dopo la vergogna dell’inserimento di Servello tra i cittadini illustri del Famedio.
A risentirci.

Milano, dicembre 2015
CIRCOLO ANARCHICO PONTE DELLA GHISOLFA

Eravamo tutti “Charlie”, ma non per l’opera di Baj su Pinelli

15-12-2015 "I funerali dell'Anarchico Pinelli" di Enrico Baj
Alla fine l’arte, qualunque essa sia, fa paura al potere quando descrive la realtà troppo efficaciemente. Eppure, meno di un anno fa, ricordiamo la solidarietà del comune di milano, ma anche provincia, regione e ancora più su, alla capitale francese e alla redazione di Charlie Hebdo. Il sindaco Pisapia ha marciato, insieme a tutta la rappresentanza governativa del mondo occidentale, per ribadire che la “libertà” (di satira!) appartiene alla cultura moderna e bla bla bla.
Libertà di espressione, ma a seconda dei casi, perchè a milano “I funerali dell’Anarchico Pinelli” di Enrico Baj, opera monumentale che da immagine a un pezzo di storia nostra e della città, non trova una collocazione consona per motivi non noti.
Mauro Decortes: “Nei 40 anni passati, più volte abbiamo pensato a come tirarla fuori. Io stesso mi sono informato sulle procedure per esporre; eravamo pronti a superare tutti gli ostacoli, ma ce n’era uno che per noi era insormontabile: ci chiedevano di sottoscrivere una assicurazione importante che non avremmo mai potuto sostenere economicamente.

15-12-2015 anno'86 Baj @ circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa per un laboratorio artistico

Baj al Ponte durante un laboratorio artistico (1986)

Nell’86, Baj tenne un laboratorio artistico proprio qui nella sala Pinelli di viale monza, in  quella occasione vennero create sagome molto simili a quelle presenti nel quadro, fra le quali il

Cristo capovolto, ovvero l’uomo che cade, ovvero Pinelli.

come lo stesso Baj l’aveva definito. Quelle sagome erano parte della scenografia di uno spettacolo teatrale e nella manifestazione del 12 dicembre dell’87 la sagoma di Pinelli che cade, apriva il corteo e subito dietro il nostro striscione «Giuseppe Pinelli: un assassinio da non dimenticare MAI!!!». 15-12-2015 striscione anni 80 del circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa "Giuseppe Pinelli: un assassinio da non dimenticare MAI !!!"Alla fine non saprei dire neanche che fine ha fatto il materiale del laboratorio artistico.
Una specie di maleficio che condannerebbe alle buie cantine qualunque cosa possa ricordare il “volo” di Pinelli dal terzo piano della questura milanese.

Certo, questa amministrazione ha il merito di averla esposta dopo 40 anni (montandola però male visto che la finestra dalla quale Pinelli “cade” non era al centro della scena, ma totalmente fuori campo, sulla parete di sinistra), lì nella Sala delle Cariatidi a palazzo reale, luogo che avrebbe sin dall’inizio dovuto ospitare l’opera. Per ben 73 giorni però, estivi tra l’altro, dal 21 giugno 2012 al 2 settembre 2012 poi di nuovo in cantina prima che la cittadinanza rientri dalle ferie, nonostante reiterati inviti a ripensarci e una raccolta di migliaia di firme.
Se la memoria è cultura, sicuramente non può e non deve essere a tempo (brevissimo).

Ma mettiamo da parte discorsi come memoria, storia, cultura… e concentriamoci sui fatti. In occasione della mostra del 2012, il gallerista Marconi si dice disposto a donare l’opera al comune di Milano a patto che gli venisse trovata una sistemazione idonea ed esposta al pubblico. L’allora assessore Boeri dichiarò che anche a lui sarebbe piaciuto rimanesse fruibile al pubblico.
Quindi, c’è un’opera il cui valore artistico è comprovato, il cui valore commerciale non sapremmo quantificare, ma siamo abbastanza sicuri sia molto alto, che il comune non sembra voler accettare in DONO. Eppure le casse comunali dicono essere sempre in rosso, a ragionare da capitalisti, ci verrebbe da pensare che basterebbe accettare il regalo, esporlo al pubblico facendo pagare un ingresso per portare un po’ di incassi all’erario cittadino. L’atteggiamento del comune, quanto meno denota uno scarsissimo acume finanziario.

Insomma, chi ha paura di un’opera d’arte?
I deboli, censori, abbastanza potenti da far passare per stupida un’amministrazione che non accetta in dono un’opera di enorme valore culturale ed economico.

Martedì 15 dicembre prossimo alle 21:00 al Leoncavallo tenteremo ancora una volta di sensibilizzare sull’argomento. Pensiamo però anche ad altre iniziative per i prossimi mesi, per essere sicuri che la richiesta la sentano anche i più sordi.

Interverranno:

  • Mauro Decortes (circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa)
  • Saverio Ferrari (osservatorio democratico nuove destre)
  • Piero Scaramucci (giornalista)
  • Renato Sarti (regista/attore)
  • Claudia Pinelli
  • Silvia Pinelli
  • Hazal (rappresentante della Comunità Curda a Milano)

Sarà presente anche Pia Valpreda.

presso Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito via Watteau, 7 – milano

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Organizza circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa.
Aderisce Memoria Antifascita.

VALPREDA INNOCENTE – PINELLI ASSASSINATO

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