Incontro con Antonio Savino

Incontro con Antonio Savino

 

Vi invitiamo alla presentazione di tre libri di Antonio Savino:
“Città Grande” – Una realtà territoriale segnata da mille piccoli campanilismi in conflitto tra loro ci ha portato ad essere il la provincia più arretrata delle Marche: minori salari, manodopera meno qualificata e più alta disoccupazione.
Una realtà inchiodata al terziario arretrato, all’economia paleolitica della predazione, caccia e raccolta. Che sia la natura, la pesca, la cementificazione, la manodopera o il pubblico, il prendere senza remore, senza restituire senza prendersi cura è una economia malata.,
“Elevazione”- Teorie della crisi e dell’uscita dal capitalismo, e Twilightzone” – “Costruire dispositivi narrativi e di ricerca è particolarmente importante. Dispositivi che vadano oltre le autobiografie e le memorie enciclopediche che interpretano la storia solo come sequenza di fatti cumulativi. S’intende quindi, con questo libro, realizzare processi di ricostruzione di memorie allo scopo sia di collocare storicamente un’importante storia proletaria, sia per identificarne i limiti, aprire un dibattito più riflessivo sul passato e sulle rispettive storie di molti, non per fare un diario dei reduci, ma perché capire il passato aiuta a collocare compiutamente il presente e forse sognare meglio una nuova alternativa al capitalismo. Conoscere il passato per capire il presente è un passo fondamentale per tracciare un futuro possibile. “N.B. Il libro può nuocere! A differenza di molti romanzi e saggi, qui non si parla alla pancia ma al cervello del lettore. .

DOMENICA 21 MAGGIO DALLE ORE 16:00
Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa
Viale Monza, 255 Milano

Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui. Incontro con Marco Rovelli

Vi invitiamo alla presentazione del libro di Marco Rovelli
“Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui”
Venerdì 12 maggio alle 18:00
Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa
Viale Monza 255 Milano
La depressione, è stato detto, è la malattia del ventunesimo secolo. Gli antidepressivi rappresentano una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica e stanno emergendo forme del disagio psichico che non erano rilevanti nella psicopatologia del Novecento: disturbi di panico, disturbi borderline, anoressia, bulimia, fenomeni di ritiro sociale. Questo «contagio», cui la pandemia ha fatto da moltiplicatore, ci dice molto sulla natura della nostra civiltà ipermoderna e neoliberale – quella che ha preso corpo negli anni Ottanta all’insegna del motto thatcheriano: «La società non esiste. Esistono solo gli individui». Grazie a una ricerca lucida e incentrata sulle testimonianze dirette di chi dal disagio psichico è stato travolto e di chi si sforza ogni giorno di comprenderlo e curarlo, Rovelli mostra la profonda connessione tra le nuove psicopatologie e una società «degli individui» in cui vige l’imperativo della prestazione e della competizione. E riflette su come la psichiatria egemone concepisca la «malattia mentale» come il frutto di una macchina cerebrale malata e da riparare, escludendo la dimensione psicosociale sia come fattore generativo, sia come cura.

Anarchismo in divenire. L’anarchia è cosa viva. Incontro con Andrea Papi

Vi invitiamo alla presentazione del libro di Andrea Papi

“Anarchismo in divenire. L’anarchia è cosa viva” ( La Fiaccola )

Domenica 7 maggio 2023 alle ore 16:00

Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

Viale Monza 255 Milano

 

“Siccome non ci sarebbe nessun centro decisionale per dirigere,
ogni comunità troverebbe al proprio interno il quadro libertario di ri-
ferimento esercitandolo in piena autonomia. Ci sarebbero tante co-
munità, più o meno grandi, radicate nei territori e nessuna di dimen-
sioni particolarmente grandi. Le megalopoli e le grosse concentrazio-
ni urbane sparirebbero. Dove c’erano già si sarebbero ripartite in
quartieri o rioni autonomi. Invece di rimanere un’unica immensa
concentrazione ingestibile, si sarebbero trasformate in una pluralità
di comunità in contatto e a confronto. La ragione fondamentale di
questa scomposizione sarebbe legata al bisogno di mantenere e col-
tivare una capacità di comunicazione diretta tra gli individui, cosa
impensabile dentro una qualsiasi megalopoli.”