Dormo sulla collina (Lapide n.2)
Sgobbai sotto Redhead il fattore
per tutti i miei anni più verdi.
Gli rinchiusi i recinti ogni sera.
L’ho pugnalato alle spalle
per loro nascosto nel pozzo.
Bramavo scappare in città
e potere anchio salire
sul palco del ballo
come lui faceva, mentre al buio
serravo e strigliavo.
Fui ebbro, sul palco.
Circondato da luci, donne e tromboni.
Acquistai un vestito elegante e notorietà
a buon prezzo.
Mi si sciolse la lingua di brillantina
Commissionai un manifesto, coriandoli
e mi candidai.
Ma la sera, sfumata la candela,
tra le ciglia e il cuscino
dalla terra dei rovi, rivedevo
affiorare gli occhi imploranti
di Redhead il fattore,
che incredulo mi chiedeva
<< perché? >>.
Ora la terra mi schiaccia il petto,
e un lombrico mi uncina lanima a piccoli morsi
mentre coccarde e pennacchi dipinti sul marmo
del fu assessore comunale”
vanno stingendo
nel nulla.