GIORNATA DELLA MEMORIA….CORTA

propaganda fascista - rivista - la difesa della razzaGiornata della memoria, la liberazione di Auschwitz.
Il ricordo della Shoah, dell’annientamento di milioni di ebrei, omosessuali, rom, sinti, oppositori politici. Tutte vittime dei tedeschi, anzi, dei nazisti, che solo da loro può venire un male tanto grande.
Ricordare è costruire una identità, peccato che la memoria, quando non è un ingranaggio collettivo,  sia uno strumento selettivo, scarta molto e non sempre sceglie bene. Ad esempio: tutti ricordiamo i luoghi dello sterminio gestiti dai nazisti, ma quanti conoscono i nomi dei campi di concentramento italiani?
Sì perchè anche l’Italia, fece la sua parte.
Fossoli, San Sabba, Borgo San Dalmazzo,Bolzano sono i nomi più noti, ma ci sono anche quelli qui sotto:

  1. Campo di internamento di Agnone (Campobasso, Molise), presso il convento di S. Bernardino da Siena.
  2. Campo di internamento di Alberobello (Bari, Puglia)
  3. Campo di concentramento di Arbe (Fiume, Dalmazia) (giugno 1942 – settembre 1943)
  4. Ateleta (L’Aquila, Abruzzo)
  5. Campo di internamento di Bagno a Ripoli (Firenze, Toscana), presso Villa La Selva (luglio 1940 – settembre 1943)
  6. Campo di internamento di Campagna (Salerno, Campania) (giugno 1942 – settembre 1943)
  7. Capannori (Lucca, Toscana)
  8. Carana (Cosenza, Calabria)
  9. Campo di internamento di Casoli (Chieti, Abruzzo)
  10. Campo di internamento di Chieti (Abruzzo)
  11. Campo di internamento di Civitella in Val di Chiana (Arezzo, Toscana), presso Villa Oliveto
  12. Campo di internamento di Corropoli (Teramo, Abruzzo), presso Badia Celestina.
  13. Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza, Calabria) (giugno 1940 – settembre 1943)
  14. Campo di internamento di Gioia del Colle (Bari, Puglia)
  15. Campo di internamento di Isernia (Campobasso, Molise)
  16. Campo di internamento di Isola del Gran Sasso (Teramo, Abruzzo)
  17. Campo di internamento di Lama dei Peligni (Chieti, Abruzzo), presso un edificio nel centro del paese (luglio 1940 – settembre 1943)
  18. Campo di internamento di Lanciano (Chieti, Abruzzo)
  19. Campo di internamento di Manfredonia (Foggia, Puglia), presso il Macello Comunale (giugno 1940 – settembre 1943)
  20. Marsiconuovo (Potenza, Basilicata)
  21. Campo di internamento di Montechiarugolo (Parma, Emilia-Romagna)
  22. Montefiascone (Viterbo, Lazio)
  23. Campo di internamento di Nereto (Teramo, Abruzzo)
  24. Campo di internamento di Notaresco (Teramo, Abruzzo)
  25. Osimo
  26. Campo di internamento di Scipione (Parma, Emilia-Romagna)
  27. Sforzacosta (Macerata, Marche)
  28. Terranova di Polino (Potenza, Basilicata)
  29. Campo di internamento di Tortoreto (Teramo, Abruzzo), presso l’attuale Municipio di Tortoreto e una villa a Tortoreto Stazione, ora
  30. Alba Adriatica (luglio 1940 – settembre 1943)
  31. Campo di internamento di Tossicia (Teramo, Abruzzo)
  32. Campo di internamento delle Tremiti (Foggia, Puglia)
  33. Tuscania (Viterbo, Lazio)
  34. Campo di internamento di Urbisaglia (Macerata, Marche) (giugno 1940 – ottobre 1943)
  35. Valentano (Viterbo, Lazio)
  36. Treviso (Veneto)

(fonte: wikipedia)

Chi li conosce? Chi li ricorda?
E chi conosce o ricorda “La difesa della razza“? Rivista patinata pubblicata in periodo fascista che propagandava il razzismo più criminale e che aveva come collaboratori due dei padri della destra italiana, Evola ed Almirante?
In Italia il razzismo ha radici solide ed antiche, le leggi razziali promulgate nel 1938 non erano un servile adeguarsi alla politca nazista, ma il logico e naturale sviluppo del colonialismo italiano responsabile di stragi e deportazioni.
Come al convento di Debra Libanos, in Etiopia, dove gli italiani ammazzarono 2000 persone (altre migliaia nei giorni precedenti), come in Libia dove gli italiani non ebbero remore ad usare armi chimiche, e dove costruirono il campo di concentramento di El Aghelia (10000 prigionieri, morti a migliaia).
La lista potrebbe andare avanti, ma così è sufficiente, per chi vuol capire.
Capire che esiste una relazione tra una memoria storica lacunosa e i rigurgiti razzisti che viviamo ogni giorno.
Non parliamo solo dei fascioleghisti, di Salvini che invoca la linea dura, ma anche di quei “moderati” in doppiopetto che applicano politiche liberticide nei confronti dei migranti, sgomberano e incarcerano.

Ricordare è costruire una identità, non lasciamo che sia il potere a farlo.