Dopo molti anni mi sono recato in edicola per acquistare un giornale. Come molti altri mi informo leggendo le edizioni online dei quotidiani e periodici, oppure visito blog e siti specializzati.
Ma stavolta è un’occasione speciale: Il Venerdì di Repubblica esce con la copertina del cinquantenario di Piazza Fontana, si parla anche dell’opera di Baj e non resisto, lo compro.
Apro, sfoglio, leggo.
Delusione.
Un lavoro piatto, senza mordente, scialbo. Informazioni frammentarie e nemmeno tanto precise e parecchie omissioni.
Una delusione veramente. Tranne che per una perla.
E la perla porta il nome di Paolo Pillitteri: nel 1969 era assessore alla cultura in quota al PSDI, negli anni a venire, passato al PSI, sarebbe diventato il sindaco della Milano da Bere ( le malelingue dicono grazie a suo cognato, Bettino Craxi ), il sindaco dello sgombero e successiva distruzione del Leoncavallo. Ma anche il primo sindaco a manifestare l’intenzione di rimuovere la lapide a Pinelli, in Piazza Fontana.
Pillitteri, ricevette subito l’appoggio di un sindacato di polizia, il LISIPO, schierato a destra.
Una tempestiva mobilitazione, con presidio della lapide per una giornata, riuscì a sventare la minaccia.
Di tutto ciò sul “Venerdì” non se ne parla, ci si limita a dire che fu Pillitteri a prendere contatto con il pittore Enrico Baj per organizzare una retrospettiva dell’artista, ma che questi invece propose un unico quadro che si sarebbe intitolato “I Funerali dell’anarchico Pinelli” e che Pillitteri accettò “con entusiasmo”.
Come tutti sanno quell’opera non fu esposta, la mostra cancellata. L’uccisione del Commissario Calabresi bloccò tutto. Chissà se l’appartenenza alla stessa area politica (Calabresi aveva scritto degli articoli per il quotidiano del PSDI), ha avuto una influenza su questa decisione?
L’opera di Baj tornò ad essere esposta per un periodo limitato nel 2012 per poi tornare nel buio dei magazzini. Una sistemazione definitiva, pare, arriverà nel 2020.
Vedremo.
Non la faccio lunga: volevo solo dire come sia facile giocare con la memoria: mezze verità, omissioni, amnesie. Ed ecco pronta una nuova verità pronta all’uso.
In questa “commemorazione” quasi tutti si guardano bene dall’avvicinarsi alla verità: la strage è di stato, Valpreda è innocente Pinelli è stato assassinato.
Se si mira alla pacificazione la verità è di ostacolo. Se si mira al volemmose bbene la verità va dimenticata.
P.S.: Non provate a cercare sul Venerdì il perchè della strage. Non lo troverete, ma questo vale per quasi tutti i media.
Possono inventarsi un come, non diranno mai il perchè.
Marco