“….Da tempo i cittadini residenti segnalano le condizioni di degrado che il quartiere ha raggiunto: i giardini limitrofi, dove senzatetto e sbandati bivaccano, vengono ormai utilizzati per le necessità corporali; la fontanella presente sul piazzale antistante l’edificio è usata come doccia pubblica; i resti del cibo distribuito da Pane Quotidiano vengono abbandonati e hanno dato origine a vere e proprie colonie di ratti…..”
Questo è lo scenario apocalittico presantatoci sulle pagine di Republica dai leghisti Lepore e Piscina.
Il caso del giorno è “Pane Quotidiano”, una associazione laica che da molti anni distribuisce cibo a chi, italiani o migranti poco importa, ha difficoltà a comprarne. Inutile spiegare a questi soggetti che con l’aggravarsi della crisi economica la fila davanti a quelle poche realtà solidali ancora rimaste si farà sempre più lunga, e non sarà di certo un idea di “decoro” strettamente legata al bisogno “sicurista” tanto accarezzato sia a destra che a sinistra, a risolvere il problema.
Noi sappiamo bene che una soluzione definitiva al problema della povertà consiste in un profondo e radicale cambiamento della società , non stiamo qui a ripetere che la povertà esiste perchè esiste la proprietà privata, ci limitiamo a riconoscere il merito di chi, qui ed ora, cerca di alleviare le sofferenze dei suoi simili.
Le parole di Lepore e Piscina sono inqualificabili, lontanissime dall’esprimere una pur vaga proposta politica, sono invece espressione di una diffusa infezione che andrebbe estirpata.L’associare le file di bisognosi ad infestazioni di ratti e rivelatrice di come viene visto il problema.
Vorremmo, per quello che può servire, esprimere la nostra vicinanza a Pane Quotidiano ricordando che le iniziative tese ad aiutare gli ultimi non devono essere usate come serbatoi di consenso.
Dietro quelle file di “degrado” ci sono storie e vissuti personali, persone che già probabilmente hanno dovuto mettere da parte l’orgoglio per chiedere una mano.
Infierire ulteriormente è semplicemente mostruoso.
Non è nascondendole sotto il tappeto che le contraddizioni di questa società spariranno.
L’unico vero degrado che stiamo vivendo è la mancanza di empatia.