Riflessioni sulla pandemia – Una selezione

Ricordandovi la presentazione del numero 389 di Aut Aut “Riflessioni sulla pandemia” in un evento online martedì 1 luglio alle 21 a questo indirizzo
https://meet.jit.si/aut_aut

vi proponiamo una selezione di citazioni tratte dai contributi dei cinque relatori, buona lettura!

“Quello che la diffusione del Covid-19 ha sicuramente insegnato, a partire dai primi mesi del 2020, è l’impotenza dei decisori e dei loro consiglieri. Indipendentemente dal fatto che alcuni governi abbiano minimizzato l’impatto dell’epidemia ( Stati Uniti, Brasile, Inghilterra, ecc ) e altri abbiano assunto un atteggiamento in qualche misura autoritario e pedagogico ( come il governo francese e quello italiano, che ha persino valutato la possibilità di vietare riunioni familiari…), la verità è che nessun governo è in grado di controllare la vita sociale”
“Al di là dell’apparenza di un autoritarismo paternalistico e pastorale che starebbe limitando le nostre libertà fondamentali i potere in occidente si sta dimostrando fragile e per lo più inetto. I divieti di assembramento e di circolazione adottati un po’ dappertutto tra proteste e focolai di ribellione sembrano più mosse disperate che non prove di un futuro stato autoritario”
( Alessandro Dal Lago in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

” ….La sfida del Nuovo Leviatano alla natura scatenata dal riscaldamento globale e dalla distruzione ecosistemica si gioca sul territorio instabile e scivoloso delle “conoscenze ignote e degli ignoti doppiamente ignoti” – sul versante, potremmo dire, della “super natura”….”
Claudio Kulesko in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“Del sacrificio non c’è alcun segreto, se non la sua illusione. Questa assenza di segreto sacrificale sarebbe allora il segreto diun Occidente che non può smettere di figurarsi delle “crisi” passeggere e “accidentali” per rilanciare il progetto della propria significazione….”
Antonio Volpe in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“….il mondo in cui fingiamo di credere che tutto funzioni come dovrebbe è il mondo-per-noi, un Mondo Umano, troppo Umano, un Mondo così esclusivamente umano e imbevuto di antropocentrismo che proviamo un certo orgoglio perfino nel riconoscere che è l’Uomo la causa della devastazione del mondo-in-sè e dell’incedere sempre più soffocante del mondo-senza-di noi.”
( Massimo Filippi in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“Solidarietà e patriottismo possono sembrare sentimenti affini, ma come ha osservato Friedrich Dürenmatt, “Patria si fa chiamare lo Stato ogniqualvolta si accinge ad uccidere”.
“Uccidere, ma anche discriminare, escludere. Il Covid ha cancellato ogni illusione che i privilegi del mondo ricco fossero sufficienti per garantire una sorta di immunità.”
Serena Giordano in Aut Aut, numero 389 Riflessioni sulla pandemia. )

Per saperne di più

Riflessioni sulla pandemia

 

 

I Funerali di Pinelli e la memoria

In concomitanza dell’anniversario della morte di Enrico Baj, autore de “I funerali di Pinelli”, riproponiamo una breve raccolta di documenti a testimonianza dell’impegno per restituire alla città, ma non solo, un’opera di grande importanza.

 

 

Cancellare la verità. ( Lettera aperta a Pisapia )

Nel 1986 ci aveva provato Pillitteri, sindaco di Milano, dichiarando di voler rimuovere la lapide dedicata dalla cittadinanza a Giuseppe Pinelli in Piazza Fontana. Ma bastò quella sola dichiarazione a scatenare proteste e manifestazioni di piazza e così il sindaco fece un passo indietro. Ritentò nel 2006 De Corato. Lui non fece dichiarazioni: la lapide venne trafugata e al suo posto, con la firma del comune, fece la sua comparsa una lapide taroccata nella quale Pinelli non era più “UCCISO INNOCENTE”, ma semplicemente “MORTO”. Una dettaglio da nulla….

Ma anche stavolta la reazione non si fece attendere, milanesi volenterosi portarono in Piazza Fontana una lapide uguale a quella sottratta. Da quel giorno in Piazza Fontana convivono due lapidi: una, a cui non manca mai un fiore, a testimonianza che la verità storica sulla strage di stato non è dimenticata e un’altra, quella del comune, sempre disadorna, a testimonianza della stupidità e dell’arroganza del Potere. Nel 2012 ci era sembrato di vedere qualche segno di cambiamento, ma durò poco. Il comune aveva sì organizzato l’esposizione (temporanea) dell’opera di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli”, ma la scena era ben diversa da quella prevista dall’autore. La finestra dalla quale Pinelli precipita era furbescamente collocata molto distante dalla sagoma raffigurante il ferroviere anarchico, anche qui un dettaglio da nulla…. Terminata l’esposizione l’opera di Baj è tornata in cantina, ma non è quello il suo posto.

Quell’opera è parte fondamentale della memoria e della storia di questa città e come tale appartiene a tutti. La galleria che la detiene è disposta a donarla alla città affinchè possa essere esposta permanentemente in uno spazio adeguato. Benchè sollecitato più volte, anche con raccolte di firme, il comune non ha mai dato una risposta. Solo silenzio dal comune. La invitiamo a prendere posizione e a sbloccare questa situazione, non per fare un piacere a noi che non le stiamo chiedendo nulla, ma per un atto di giustizia nei confronti della città: ce n’è bisogno soprattutto dopo la vergogna dell’inserimento di Servello tra i cittadini illustri del Famedio. A risentirci.

Milano, dicembre 2015, Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa

Di seguito trovate una breve rassegna stampa sul tema.

 

Globalist

Milanotoday

Libero

Ansa

Affari Italiani

La Gazzetta del Mezzogiorno

Milanopost