Con Pietro Valpreda a Genova era ieri, ma non è finita….

Nel ricordarvi l’appuntamento per il 6 luglio alle 18 vi riproponiamo il testo e le immagini di un post di qualche anno fa. Si parla di Genova, di Valpreda delle lotte di allora e di quelle di oggi.

Ricordiamo Pietro Valpreda nell’anniversario della sua scomparsa
Interventi di
Mauro Decortes ( Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa )
Saverio Ferrari ( Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre )
Marco Bersani ( Attac )
Roberto Mapelli ( Punto Rosso )
Sarà presente Pia Valpreda
L’evento si svolgerà nel giardino del Ponte,
conosciuto anche come piazzetta Valpreda, martedì 6 luglio 2021 alle 18 in Viale Monza 255.

Ecco l’articolo:

Con Valpreda a Genova per Mobilitebio

Valpreda e Decortes a Mobilitebio

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro aveva già più di un bypass e il consiglio del medico di stare a riposo, ma quando ci si dovette mobilitare contro TeBio nel maggio del 2000 lui, con la moglie Pia e tutto il Ponte, non si tirò indietro.

“TeBio”: prima mostra-convegno internazionale sulle biotecnologie che si svolse a Genova, non era altro che una vetrina per le multinazionali del settore e l’ennesima occasione propagandistica per chiedere la liberalizzazione dei mercati e la deregolamentazione normativa nei settori dalla produzione al consumo.
A farla da padroni ovviamente le multinazionali europee e americane che sferravano il loro attacco alle libertà delle popolazioni mondiali, puntando sul mercato globale al fine di spostare le produzioni dai paesi più industrializzati a quelli in via di sviluppo, zone franche in cui i diritti umani non sono garantiti, i salari sono più bassi e le questioni etiche non prioritarie. Il tutto senza dare reali benefici alla popolazione del posto, anzi distruggendone buona parte dell’economia locale.
Un refrain che in questi ultimi 15 anni si è più volte riproposto con sempre più forza dirompente e che negli ultimi mesi vede dare il suo colpo finale attraverso quei trattati internazionali, come il TTIP, che puntano ad armonizzare le legislazioni dei paesi, rimuovere gli ostacoli al libero mercato ossia a garantire a questi mostri transnazionali, la libertà di sfruttamento di risorse e lavoro e la commercializzazione dei cosidetti beni comuni, senza più alcun tipo di freno, neanche dalle già deboli resistenze di alcuni gruppi delle istituzioni statali incastrati in quell’abominio di giustizia detto arbitrato internazionale (ISDS).
Sia allora TeBio, che il TTIP oggi, erano avvolti da segretezza, o meglio, totale mancanza di informazione che lasciava e lascia presagire peggiori pericoli.

Furono 3 calde giornate di lotta indette dalla rete Mobilitebio con lo slogan “Il mondo non è in vendita, ribellarsi è naturale”. I rapporti di forza allora erano differenti: i movimenti erano consistenti, attivi e coesi seppure nelle diverse anime a volte enormemente distanti fra loro. Erano in grado di incidere nella vita politica e di portare le proprie argomentazioni all’attenzione di tutti.
Il cuore della mobilitazione fu la manifestazione del 25 col tentativo di sfondare i cancelli della fiera di Genova e portare all’interno di TeBio l’opposizione alle neo politiche ultraliberiste. Numerose furono le azioni simboliche durante il corteo ed il Ponte col suo striscione “Contro i veleni del profitto per l’ecologia della libertà” striscione del Ponte a Mobilitebionon si fece scappare

l’occasione di creare insubordinazione ed imprimere nuovi immaginari. Pietro non si tirò indietro, neanche quando la violenza di stato si fece sentire col classico armamentario di manganelli e gas CS e successivamente col suo strascico di denunce e processi.

Allora come oggi c’era una “sinistra” connivente con la visione liberista. Connivenza e di conseguenza l’abiura degli ideali, in nome di una modernità che in quanto tale dovrebbe portare benefici. La lotta noi la facevamo e la facciamo contro l’oppressione che quella idea di “modernità” porta con se, per una diversa concezione della vita.

Riflessioni sulla pandemia – Una selezione

Ricordandovi la presentazione del numero 389 di Aut Aut “Riflessioni sulla pandemia” in un evento online martedì 1 luglio alle 21 a questo indirizzo
https://meet.jit.si/aut_aut

vi proponiamo una selezione di citazioni tratte dai contributi dei cinque relatori, buona lettura!

“Quello che la diffusione del Covid-19 ha sicuramente insegnato, a partire dai primi mesi del 2020, è l’impotenza dei decisori e dei loro consiglieri. Indipendentemente dal fatto che alcuni governi abbiano minimizzato l’impatto dell’epidemia ( Stati Uniti, Brasile, Inghilterra, ecc ) e altri abbiano assunto un atteggiamento in qualche misura autoritario e pedagogico ( come il governo francese e quello italiano, che ha persino valutato la possibilità di vietare riunioni familiari…), la verità è che nessun governo è in grado di controllare la vita sociale”
“Al di là dell’apparenza di un autoritarismo paternalistico e pastorale che starebbe limitando le nostre libertà fondamentali i potere in occidente si sta dimostrando fragile e per lo più inetto. I divieti di assembramento e di circolazione adottati un po’ dappertutto tra proteste e focolai di ribellione sembrano più mosse disperate che non prove di un futuro stato autoritario”
( Alessandro Dal Lago in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

” ….La sfida del Nuovo Leviatano alla natura scatenata dal riscaldamento globale e dalla distruzione ecosistemica si gioca sul territorio instabile e scivoloso delle “conoscenze ignote e degli ignoti doppiamente ignoti” – sul versante, potremmo dire, della “super natura”….”
Claudio Kulesko in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“Del sacrificio non c’è alcun segreto, se non la sua illusione. Questa assenza di segreto sacrificale sarebbe allora il segreto diun Occidente che non può smettere di figurarsi delle “crisi” passeggere e “accidentali” per rilanciare il progetto della propria significazione….”
Antonio Volpe in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“….il mondo in cui fingiamo di credere che tutto funzioni come dovrebbe è il mondo-per-noi, un Mondo Umano, troppo Umano, un Mondo così esclusivamente umano e imbevuto di antropocentrismo che proviamo un certo orgoglio perfino nel riconoscere che è l’Uomo la causa della devastazione del mondo-in-sè e dell’incedere sempre più soffocante del mondo-senza-di noi.”
( Massimo Filippi in Aut Aut 389 Riflessioni sulla pandemia )

“Solidarietà e patriottismo possono sembrare sentimenti affini, ma come ha osservato Friedrich Dürenmatt, “Patria si fa chiamare lo Stato ogniqualvolta si accinge ad uccidere”.
“Uccidere, ma anche discriminare, escludere. Il Covid ha cancellato ogni illusione che i privilegi del mondo ricco fossero sufficienti per garantire una sorta di immunità.”
Serena Giordano in Aut Aut, numero 389 Riflessioni sulla pandemia. )

Per saperne di più

Riflessioni sulla pandemia