Il Ponte è un manufatto che unisce,
esseri umani.
I nostri respingimenti
Assonanze.
Tritone. Stritolamento.
Lamento.
Massimo risparmio, la molla.
Massimo profitto, il fine.
In fondo, la stessa medaglia.
Nel fondo, le stesse vite.
Ancora uomini, donne, bambini,
Battiti ed occhi – irripetibili –
non fisseranno più: né cielo né stelle.
Inghiottiti.
Con un grumo di sogni.
Respinti.
Da questa “civiltà” imperiale.
Modello globale.
Eco di giochi catodici.
Matrice di cuori e cervelli
a forma di banconote
e manganelli.
Noi respingiamo te, turrita BCE.
Vetrocemento neoliberista.
Noi respingiamo i tuoi salvataggi di banche.
E respingiamo le tue spalle
girate alla mano del l’uomo.
Tesa. Al sogno di sopravvivere, e forse, di vivere.
Noi respingiamo te, governo italiano.
Faccia tollosa.
Volenteroso bombardiere di scialuppe.
Piazzista stelle-e-strisce.
E “faremo del nostro peggio” (dicevano ironici i padri…)
perché un piccolo schizzo, nero,
volando da queste quattro righe, sberleffi
la tua camicia della festa.
Linda. Ualà!
Sorridi. Like as usual.
Fa’ conto che sia solo una goccia di petrolio,
soltanto una goccia di quella nafta
in cui galleggiava
– riverso – il volto di un bimbo.
Genia sulla cui pelle son bombe
le sole azioni che annunci.
Perché disperazione non possa tentare di nuovo.
E l’ancestrale diritto d’asilo, affogare.
Sondaggi in vista.
In droni you trust.
Sixto Geordie –
resistente, umano, di passaggio