Missili USA a lungo raggio presto schierati in Germania.
Questo è l’ultimo atto di un processo avviato da Donald Trump nel 2018.
L’allora presidente degli USA annunciò il ritiro dal trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv.
Il trattato fu il primo frutto del cambio al vertice dell’Unione sovietica: esso pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo: prima, gli SS-20 sovietici e, in seguito alla cosiddetta doppia decisione della NATO del 1979, i missili statunitensi IRBM Pershing-2 e quelli cruise da crociera BGM-109 Tomahawk.
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Missili vietati dai tempi della Guerra fredda ritorneranno in Europa
Dal 2026 gli Stati Uniti schiereranno periodicamente missili a lungo raggio in Germania, come annunciato al vertice per il 75esimo anniversario della Nato. Questa decisione cambia la strategia di difesa occidentale, riportando in Europa armi vietate fin dai tempi della Guerra Fredda. Gli Stati Uniti e la Germania hanno affermato che i missili da crociera Tomahawk, SM-6 e ipersonici che porteranno nel paese “hanno una gittata molto maggiore rispetto ai missili attuali”. Questi armamenti erano proibiti dal trattato Inf – firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv nel 1988 –, ma l’accordo è decaduto nel 2019. La reazione di Mosca non si è fatta attendere. Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha avvertito che la Russia adotterà una “risposta militare alla nuova minaccia”.
L’Unione cerca di rinforzare le difese aeree e l’opzione più discussa in Germania riguarda l’adozione di un sistema di difesa come l’Iron Dome di Tel Aviv
Secondo Repubblica, Washington non ha fatto richieste a Roma, quindi non c’è un negoziato in corso, ma in futuro potrebbe essere utile estendere la protezione anche all’Italia. Questo per due motivi: strategicamente, non è saggio concentrare tutte le capacità in un solo luogo; inoltre, l’Italia offre una posizione geografica vantaggiosa per coprire meglio alcune regioni come i Balcani e il “southern flank” (fianco sud), ovvero i paesi del Mediterraneo recentemente elevati a priorità nel vertice di Washington con la creazione di un inviato speciale per la loro protezione.
La deterrenza Nato
Lo schieramento dei missili in Germania, inizialmente previsto come temporaneo, diventerà parte della strategia permanente di “deterrenza integrata” della Nato in Europa. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha spiegato che l’obiettivo è incoraggiare gli alleati europei a investire nello sviluppo di proprie capacità missilistiche a lungo raggio. In questa direzione, Germania, Francia, Italia e Polonia hanno firmato una lettera di intenti per sviluppare l’European long-range strike approach (Elsa), un programma volto a potenziare le capacità missilistiche europee per quanto riguarda i missili da crociera lanciati da terra con una gittata superiore ai 500 chilometri di distanza.
La decisione non è stata accolta con favore da tutti in Germania. I Verdi, parte della coalizione di governo, hanno criticato l’accordo del cancelliere Olaf Scholz. Sara Nanni, portavoce dei Verdi per la sicurezza, ha espresso preoccupazione per la mancata comunicazione della decisione alla popolazione, temendo che possa “aumentare la paura e lasciare spazio alla disinformazione”. Inoltre, l’opposizione di estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd) ha accusato il cancelliere di rendere “la Germania un obiettivo”. Lui ha risposto che era necessario “per la pace”.
Fonte https://www.wired.it/article/missili-stati-uniti-germania-2026-nato-russia/