MAYDAY 019 / OCCUPY NOLO

Finiamola con queste formule ambigue quali “il diritto al lavoro” o “a ciascuno il prodotto integrale del suo lavoro”. Ciò che noi proclamiamo è il diritto all’agiatezza, l’agiatezza per tutti.

Pétr Alekseevié Kropotkin

Il lavoro mi perseguita, ma io sono più veloce.

Lupo Alberto

Usiamo le parole di due celebri libertari, per affermare che è tempo di tornare al pensiero anarchico, alla disperata ricerca di alternative all’attuale organizzazione sociale e al modello economico dominante.

Siamo contenti di sopravvivere sotto il governo della Finanza, che esercita il proprio potere in un’ottica di asservimento planetario dei lavoratori e delle risorse?
Non ci allarma vedere la politica degli Stati copia-incollata dall’agenda del Capitale finanziario e finalizzata al mantenimento dell’impianto iperliberista e delle relative diseguaglianze?

Da una parte minoranze parassitarie, sempre più esigue ma sempre più influenti, che vivono grazie allo sfruttamento, alla rendita e alla speculazione; dall’altra, maggioranze di disoccupati (“strutturali” e ricattabili) e di precari, schiavi di un contratto d’impiego che è sempre meno fonte di diritti sociali e individuali.
Non ci sembrano nuove, le Scritture dei chierici del turbocapitalismo. Ci stupisce però il numero dei tanti nuovi devoti di questa insensata “etica” del Lavoro, assunto a centro di gravità della vita umana. Tutto viene messo al suo servizio: il tempo del piacere, della festa, del gioco, del riposo; fino all’assorbimento completo della dimensione esistenziale.

Ed eccoci, circondati da persone perennemente indaffarate, preoccupate di utilizzare il proprio tempo con efficienza, determinate a spuntare un’infinita check-list di “cose da fare”, ossessionate dalla produzione dell’utile (che, nella maggior parte dei casi, è l’utile altrui).

Possibile non esista un modo migliore di impiegare il tempo?
Ad esempio, occupare un quartiere di Milano.

MAYDAY 019 / OCCUPY NOLO
PIAZZA MORBEGNO – MILANO – ORE 15:30